A LEZIONE DA BATTIATO
A FormArt il cantautore catanese boccia l'ultimo Spielberg e i film sulla camorra
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Si chiude con Cristina Mazzavillani Muti e Franco Battiato il ciclo di incontri didattici organizzati da FormArt Lavoro, il primo istituto di formazione e di orientamento per i mestieri dello spettacolo che il sud abbia mai conosciuto.
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Sotto la direzione artistica di Ruggero Cappuccio (regista, attore e fondatore di Teatro Segreto) gli allievi delle dieci classi di formazione dell'istituto salernitano hanno potuto assistere alle preziose testimonianze di personaggi dello spettacolo di fama internazionale, calatisi, per quell'occasione, nei panni di docenti: Lello Arena, Marcello Veneziani, Raffaele La Capria, Marco Bellocchio, Vincenzo Cerami, Roberto De Simone, Gioacchino Lanza Tomasi.
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L'ultimo capitolo al Teatro Augusteo, dove, ad attendere la Muti, direttore artistico del Festival di Ravenna, e il cantautore catanese, erano presenti, oltre ai 120 venti allievi di Formart, anche giornalisti, fans e curiosi.
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E' Franco Battiato, però , colui che calamita l'attenzione di tutti i presenti.
Ai giovani di FormArt ha raccontato l'esperienza cinematografica maturata in veste di regista dei suoi tre film. Dal primo "Perduto amor", dove ai problemi da prima esperienza si sono sommati quelli sindacali - a contatto con persone che contavano le ore di lavoro - ha detto il cantautore, al secondo "Musikanten" - dove le cose sono andate diversamente in quanto avevo a disposizione una troupe tutta mia e, per questo, ho trascorso dei momenti stupendi - ha continuato. E' nell'ultimo lavoro che il regista Battiato afferma: « E' l’apologia della mia maniera di fare cinema, in quanto girato nella mia casa di Catania da me, un ingegnere del suono ed un montatore. E' stata un’esperienza fantastica. Ques'ultimo lavoro è stato realizzato solo in dvd senza essere trasmesso nelle sale cinematografiche.»
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Diverse le domande che sono state rivolte al cantante, che non ha esitato a dare del falso nazionalista a Spielberg a proposito di determinati film americani e ad esprimere il suo rifiuto per quelle pellicole che parlano di camorra e di mafia. « Penso a "Salvate il soldato Ryan", dove fa il falso nazionalista. Fa vedere gli americani che, poverini, si difendono dal nemico» ha detto a proposito del primo. E, a proposito dei film sulla camorra e sulla mafia: «Non amo quel genere di pellicola. Basta guardare ogni giorno il telegiornale per vedere queste cose. Bisogna fare pulizia, questi lavori sono pieni di sporcizia».
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