INTERVISTA A TUTTO CAMPO CON RAIZ: "la camorra smetterà di esistere quando cambieranno i napoletani."
L'ex frontman degli Almamegretta è già al lavoro per il nuovo album. A Gennaio sarà sul grande schermo.
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Vi presentiamo di seguito un'intervista a tutto campo rilasciata da Raiz a Daniele Mazzotta di Rockout.
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D: Da Imaginaria a Wop hai affrontato due passaggi chiave della tua carriera. Da una parte Imaginaria segna la fine del legame artistico con gli Almamegretta durato ben 10 anni, dall' altra Wop inaugura la tua carriera da solista. Con quale spirito hai affrontato questo momento di transizione?
R: Con lo spirito di chi da sempre cerca di non dormire sugli allori. Con gli Alma stavamo attraversando un periodo di “secca” creativa e io sentivo il bisogno di altro. Volevo esprimermi in altri campi, uscire dall’immagine “barricadera” che mi era stata attribuita. Naturalmente è stato come divorziare tre volte, visto che il nucleo degli alma era costituito da quattro persone.
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D: Nel settembre del 2007 arriva Uno. L'album che per molti è il vero ritorno alle sonorità che da sempre ti caratterizzano, quasi in Wop, album che precede Uno, non fossi riuscito ad arrivare, del tutto, al tuo pubblico. Cosa accade, in effetti, con Wop?
R: WOP è l’album “spaesato” di uno che esce dal gruppo e cerca la propria strada. Con qualche ingenuità e troppo credito dato a managers e discografici. Tuttavia UNO non è un punto di arrivo, semmai di ripartenza. Il prossimo album avrà sicuramente in comune con UNO l’attitudine: indipendente e senza compromessi. Ma non è detto che la musica sia la stessa.
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D: Uno, come Wop, è un album che stringe a sé terre, all'apparenza, diverse per cultura e realmente lontane geograficamente. Nel tuo disco invece Africa, Arabia, Campania e Puglia non sembrano così distanti. Dove nasce questa curiosità di conoscere, in maniera così approfondita, i suoni del mediterraneo e la volontà che questi convivano nei tuoi dischi?
R: Non sono così distanti, infatti. Il mediterraneo, checchè se ne voglia dire, è un’area pressochè omogenea, culturalmente parlando. Vi passano diversi confini imposti e conflitti che vengono contrabbandati da scontro culturale/religioso, quando sono invece di natura schiettamente politica.
Dovunque si vada, da Israele alla Turchia, dalla Grecia alla Spagna passando per l’Italia la musica mediterranea ha un’anima comune: mettendo in risalto questa cosa spero di dare il mio contributo alla pace e alla convivenza.
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D: Tra le collaborazioni artistiche che, in questi anni, ti hanno visto protagonista, (Massive Attack, Leftfield, Zion Train, Roy Paci, Teresa De Sio, Rita Marcotulli) quella che, probabilmente, colpisce più delle altre, forse perchè più lontana dai contesti nei quali finora abbiamo visto esibirti, è di sicuro con Nino D'Angelo che, pare, non abbia mai nascosto la stima che ha nei tuoi riguardi. Come nasce il vostro incontro e questa collaborazione che tutt'oggi vi vede spesso insieme sul palco?
R: Nino è un amico, un artista come pochi e un grande affabulatore. Ci siamo incontrati in uno studio a Roma all’inizio degli anni ’90. Dobbiamo a lui l’intervento di Giulietta Sacco - una delle più grandi cantanti napoletane degli anni 60/70, della quale era manager - nel nostro disco “Sanacore”. Condividiamo tutto e il contrario di tutto, ovvero siamo napoletani. Napoli infatti è uno degli ultimi posti in Europa dove il solo fatto di nascere sullo stesso suolo ti porta necessariamente ad avere qualcosa in comune. Segno che una qualsivoglia forma di cultura popolare ed indipendente dalla globalizzazione da noi esiste ancora, ed accomuna persone di formazione e gusti molto diversi.
D: Nell'Uno Tour hai voluto portare sul palco la band salentina degli Steela. Dove li hai ascoltati per la prima volta e cosa ti ha convinto di loro?
R: Li ho sentiti grazie a Max Casacci dei Subsonica che me li ha proposti quando gli ho chiesto se conosceva una band che mi potesse accompagnare in tour. Sono dei musicisti fantastici nonché dei ragazzi di cuore, molto maturi sia artisticamente che umanamente… benchè la loro età media sia neanche di 25 anni!
D: In uno dei tuoi brani canti: Se vede c’a nun t’abbastano ancora tutte ‘e tarantelle/ ‘e muorte accise, ‘a coca c’a pala/ ‘e ccriature ca pazzeano cu ‘e pistole e fanno ‘e criminali...e mentre chi venne sparte cu ‘a gente per bene/ Napule rimane cu ‘e catene/ e ‘a pelle ce l’appizza sulo ‘o pover’ommo. Alla fine com'è questa Napoli? Fa soffrire i suoi abitanti che l' avvertono come terra sempre meno sicura ma che, alla fine, non cercano mai di cambiare.
Allora è vero che ci lamentiamo sempre ma, alla fine, quello che succede a Napoli un po' lo vogliamo anche noi? (T'allamiente sempe e forse nu poco te piace...)
R: Certo. Come dicevano i Latini… Quisque arbiter…Infatti la camorra smetterà di esistere quando cambieranno i napoletani.
D: Gli anni novanta sembrano aver portato molta fortuna alle band napoletane. Da una parte gli Almamegretta con i vari Indubb (1996), Sanacore (1995), Lingo (1998), e dall'altra i 99 Posse con Cerco Tiempo (1996) e Corto Circuito (1998), senza dimenticare Loop e Metaversus dei 24 Grana, band che in quegli anni maturava.
Da allora però questo fermento sembra aver subito una battuta d'arresto. Oltre a quelli citati e tutt'ora esistenti, eccezion fatta per i 99 Posse, Napoli fatica a partorire nuove e interessanti realtà musicali: cosa credi sia successo realmente?
R: Il fatto è che da noi è successo un po’ come a Bristol, dove in tre anni sono venute fuori due o tre band di grande successo e i giornali hanno inventato il “Bristol Sound” benchè queste band partissero da premesse fondamentalmente diverse e facessero musica simile solo ad un superficiale ascolto . E’ una cosa che accade in provincia. A Milano infatti contemporaneamente suonavano e facevano dischi i Casino Royale, gli Afterhours e i Ritmo Tribale. Eppure di scena milanese non si è mai parlato, appunto perché queste tre realtà facevano cose radicalmente diverse.
Credo che il fatto di lavorare nello stesso periodo della prima elezione di Bassolino (uomo simbolo del “Rinascimento” degli anni ’90) abbia fatto accendere i riflettori su tutti gli aspetti culturali della città e la stampa ha lavorato per fare di “tutt’erba un fascio” e costruire “il fatto”.
Malgrado questi riflettori si siano spenti tutti continuiamo a lavorare con risultati sempre a mio avviso di grande qualità malgrado nessun “medium” se ne interessi. E le cose nuove ci sono: penso a Co’Sang, per esempio.
D: Agli inizi del prossimo anno esce Aspettando il sole, una commedia nera di 15 personaggi per la regia di Ago Panini. In questa pellicola Raiz avrebbe dovuto fare solo una breve apparizione poi, invece, spunta Moreno! Com'è stata la tua prima volta su un di set al fianco di attori, tra le altre cose, molto apprezzati e amati dal pubblico italiano?
R: Mi hanno fatto recitare – in dialetto - la parte del rapinatore napoletano…quindi era semplice! Non che io vada in giro a far rapine nei ritagli di tempo ma sono cresciuto al centro di Napoli e certe caratterizzazioni mi vengono facili. E’ stato molto divertente lavorare con tutte queste “celebrities” con le quali si è creato un ottimo clima…la settimana prossima ci vediamo tutti per una cena! E poi Ago Panini ha diretto due video degli Alma ( “Suonno” e “Ore Minuti Secondi”) ed uno mio da solista (WOP). Ero molto a mio agio!
D: Dopo la reunion con gli Almamegretta sul palco del Carpisa Neapolis Festival, con quale altra promessa vi siete lasciati? Forse con quella di ritrovarvi nuovamente insieme per un disco?
R: Mai dire mai. Chissà se verrà fuori un altro album firmato Almamegretta con me alla voce…
D: In un post del tuo myspace hai voluto ringraziare gli Steela e i Radicanto che, durante tutto quest'anno, si sono alternati ad accompagnarti in tour. Ma non solo. Accenni al progetto che ti vede al fianco di una pianista dal talento ormai consacrato come Rita Marcotulli, ma anche al nuovo album...A tale proposito cosa puoi anticipare?
R: Mai dire mai. Chissà se verrà fuori un altro album firmato Almamegretta con me alla voce…l’ann o prossimo sarò in giro con Rita e con altri progetti. Saranno il “laboratorio” dove metterò a punto il mio prossimo lavoro, del quale però non so anticipare niente, visto che è ancora in fase di gestazione. Non mi allontanerò dalla mio mar mediterraneo, comunque…
D: Grazie mille!
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