“Shotter’s nation” : ultimo album dei Babyshambles
Perché Pete Doherty non è solo droga, sesso e rock’n roll.
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Se dico Pete Doherty cosa vi viene in mente? Decisamente Kate Moss, un po’ di droga, centri di recupero, risse con paparazzi e altre cose di questo genere, ma Shotter’s Nation, l’ultimo album dei Babyshambles, arriva a ricordarci che Pete è anche un cantautore e un musicista e non solo la rock star maledetta per antonomasia, come non se ne vedevano dai tempi di Sid Vicious e Kurt Cobain.
Dopo un anno dalla pubblicazione dell’ album “The Blinding EP2, uscito appena il primo Gennaio scorso, ci chiediamo quando Doherty abbia avuto il tempo per mettere insieme le nuove dodici tracce con tutte le sue rocambolesche avventure.
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In realtà, la caratteristica principale del suono di questo gruppo è proprio una marcata spontaneità che ci dà l’impressione che le canzoni nascano proprio lì sul palco; sarà per l’aria così trasognata di Pete, per il modo di suonare la sua chitarra come chi, dopo una cena tra amici, si diverte a strimbellare per intrattenere gli ospiti.
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E’ come sempre tutta scena; Pete è un poeta, un cantastorie dolce, e di questo c’ eravamo accorti già quando esordì con il suo primo gruppo: “The Libertines”. Ha molte cose da dire e tanta gente da accusare con ironia; Shotter’s Nation lo conferma.
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Prodotto dalla Emi e dallo stesso produttore dei Blur (qualcuno dice che è stato lui a dare ai Babyshambles finalmente le sembianze di un vero gruppo ), il disco è stato presentato con il singolo “Delivery”, che richiama alle influenze di gruppi storici come i Clash, ma anche in altri pezzi riecheggiano suoni già ascoltati in passato ( dai Rolling Stone ai Who). A fugare il pericolo della monotonia c’è una buona alternanza tra vari generi: più folk “There she goes again”, più punk “Side of the road”, assai dolce “The lost art of murder” e molto impegnata “Carry on up the morning”.
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Se lasciate perdere il gossip, potreste dunque accorgervi che c’è musica e c’è poesia in questo gruppo, apprezzerete gli accordi semplici e i versi apparentemente banali eppure così veri, così reali, e questo ragazzo, questo “eroe” moderno che scappa in continuazione dai centri di disintossicazion, con i suoi capelli perennemente sudaticci, con le sue occhiaie livide, merita una possibilità e una fama più leale o la storia sarà sempre la stessa, con il medesimo finale.
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